L’ISS vuole scoprire se la violenza influenza l’attività genetica

Tramite una nuova indagine il cui studio pilota è partito durante gli anni della pandemia: EpiWE – Epigenetics for Women
Tramite una nuova indagine il cui studio pilota è partito durante gli anni della pandemia: EpiWE – Epigenetics for Women

Oltre la metà delle donne vittime di violenza a distanza di anni presenta PTSD (Disturbo Post-Traumatico da Stress), un quarto ha sintomi di depressione, un terzo è ad alto rischio di subire di nuovo violenza. I dati sono stati raccolti grazie alle prime cento donne che hanno accettato di donare un campione di sangue per il progetto di ricerca EpiWE, Epigenetica per le Donne, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e finanziato dal Ministero della Salute. La ricerca intende indagare se, quanto e per quanto tempo la violenza influenzi l’attività dei geni e comprometta la salute psico-fisica delle donne. Non si tratta dell’unico progetto legato alla tematica della violenza creato dall’ISS. Grazie a una collaborazione con la Regione Puglia il progetto è stato appena esteso anche ai minori che hanno assistito a violenza, un’esperienza che anche in questo caso porta, secondo i primi risultati, a profonde conseguenze psicologiche.

Una possibile correlazione da studiare

EpiWE – Epigenetics for Women è un progetto di ricerca sviluppato per esplorare se, e in che modo, la violenza possa alterare l’espressione genica. In particolare, indaga se le modificazioni epigenetiche causate da esperienze traumatiche di abuso fisico, sessuale o relazionale possano essere collegate a un rischio più elevato di sviluppare alcune malattie. EpiWE si fonda su un’idea centrale: se un ambiente positivo e scelte di vita salutari possono migliorare il benessere e aumentare la longevità, allora un’esposizione prolungata a un ambiente negativo, come la violenza cronica all’interno della famiglia, può produrre l’effetto opposto. Può compromettere la salute, accelerare l’invecchiamento e favorire l’insorgenza precoce di malattie croniche, non trasmissibili e debilitanti, come tumori, disturbi cardiovascolari e condizioni psichiatriche.

Lo studio pilota, condotto durante gli anni del COVID, ha esaminato solo 10 geni associati al PTSD e ha rilevato che 3 di essi mostravano alterazioni della metilazione. Più nello specifico le alterazioni consistevano in un eccesso di gruppi metilici chimici –CH₃ legati alla loro struttura. La seconda fase dello studio, attualmente in corso grazie all’Azione Centrale “Violenza contro le donne: effetti sulla salute a lungo termine per una prevenzione di precisione”, amplierà la ricerca per analizzare l’intero epigenoma delle donne che partecipano a questo studio multicentrico.

«La violenza domestica lascia tracce epigenetiche che modificano l’espressione dei geni, cioè la loro attività, senza alterare la sequenza del DNA» spiega Simona Gaudi, responsabile del progetto per l’ISS. «Studiare queste modificazioni potrebbe permetterci di predire gli effetti a lungo termine della violenza e sviluppare interventi preventivi personalizzati prima che insorgano patologie croniche».

L’indagine multicentrica e di follow-up

Grazie alla sanità territoriale (ambulatori, pronto soccorso, centri antiviolenza e ASL) le donne che hanno vissuto violenza relazionale o sessuale saranno informate della possibilità di donare un campione biologico (7ml di sangue) e di tornare periodicamente per ulteriori prelievi. Ciò permetterà ai ricercatori di monitorare eventuali modificazioni epigenomiche in uno studio di follow-up, con l’obiettivo di rilevare precocemente gli impatti sulla salute e intervenire con misure preventive. Per raggiungere questo obiettivo, lo studio richiede la partecipazione del maggior numero possibile di donne, con prelievi effettuati nell’arco di almeno 18 mesi: quattro campioni in totale, uno ogni sei mesi. Questo consentirà ai ricercatori di esaminare potenziali “cicatrici” sull’intero genoma e seguirne l’evoluzione in uno studio prospettico.

Al momento di ogni prelievo e durante le visite di follow-up, i campioni biologici saranno accompagnati da un insieme di dati sul benessere fisico e psicologico delle partecipanti. Questi saranno raccolti tramite un questionario elettronico, con dati centralizzati presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il questionario include test validati per i disturbi correlati allo stress. EpiWE coinvolge sette unità operative in cinque Regioni italiane: Lazio, Lombardia, Campania, Puglia e Liguria. I risultati dello studio saranno pubblicati su riviste scientifiche internazionali, oltre che sul sito dell’ISS.

I numeri della violenza

La violenza contro le donne è un fenomeno globale che attraversa confini culturali, sociali e geografici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la violenza di genere è un grave problema di salute pubblica e uno dei principali fattori di rischio per malattia e morte prematura tra donne e ragazze nel mondo. Un’analisi dei dati raccolti tra il 2000 e il 2018 in 161 paesi ha rilevato che il 30% delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale. Dati più recenti confermano questa tendenza, mostrando che il 35% delle donne a livello globale ha subito violenza fisica o sessuale. Inoltre, questo fenomeno persiste anche nel nostro Paese, in tutti i ceti sociali.

In Italia, i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica indicano che il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita. Oltre la metà delle vittime presenta PTSD: il 27% delle donne ha una diagnosi di PTSD e il 28,4% di PTSD complesso (C-PTSD). Inoltre, il 23% delle vittime manifesta sintomatologia depressiva secondo la scala CES-D. Il 32% delle donne è ad alto rischio di subire nuovamente violenza. Più della metà delle vittime ha un livello di istruzione pari o superiore al diploma di maturità e il 34% possiede un’occupazione stabile. L’82% è di cittadinanza italiana. Per quanto riguarda l’autore della violenza, nel 97% dei casi si tratta di un uomo e nel 71% è il coniuge o il partner. Nel 90% dei casi, la violenza (sessuale, fisica, psicologica o economica) è ripetuta nel tempo.

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

Ti potrebbe anche interessare:

di Arrigo Bellelli
25 Novembre, 2025

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Banner MAG 600x600px_Tavola disegno 1

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di B-Sanità: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI