Attrarre personale, arginare l’antibiotico-resistenza e sostenere i caregiver: 3 progetti ATS Bergamo sul territorio

Supporto per l’alloggio dei sanitari; prescrizioni antibiotici Access dal 53 al 73% (ben oltre gli obiettivi OMS) da parte di MMG e Laboratorio Caregiver Bergamo con formazione, portale online e sperimentazione del budget di salute: le azioni di governance che rafforzano il servizio sanitario sul territorio
Supporto per l’alloggio dei sanitari; prescrizioni antibiotici Access dal 53 al 73% (ben oltre gli obiettivi OMS) da parte di MMG e Laboratorio Caregiver Bergamo con formazione, portale online e sperimentazione del budget di salute: le azioni di governance che rafforzano l’assistenza

Una buona governance sanitaria per il territorio assicura risposte tempestive e coordinate ai bisogni della popolazione, valorizza le risorse locali e promuove equità, innovazione e integrazione tra servizi. Massimo Giupponi, Direttore Generale dell’ATS Bergamo, guida una realtà impegnata su più fronti attraverso i propri servizi per rispondere alle sfide sanitarie del territorio. Dalla lotta all’antibiotico-resistenza, con risultati che superano gli obiettivi fissati dall’OMS, alla valorizzazione delle professioni sanitarie con il progetto ARiS, fino al sostegno concreto ai caregiver attraverso un modello innovativo riconosciuto a livello europeo.

Combattere l’antibiotico-resistenza

L’antibiotico-resistenza è una minaccia crescente, anche se poco conosciuta dalla popolazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in Italia potrebbe diventare la prima causa di morte entro il 2050. Per contrastarla, l’OMS ha stabilito che almeno il 60% degli antibiotici prescritti appartenga alla categoria Access, più sicura e appropriata per l’uso comune. «Con i medici di assistenza primaria, farmacie e pediatri abbiamo delineato un percorso formativo» dichiara Giupponi. «Il risultato è stato che in un anno si è passati dal 53% al 73%, raggiungendo così l’obiettivo stabilito dall’OMS e dagli organi nazionali. Abbiamo lavorato molto con le RSA per raggiungere questo successo. Questo servizio è un esempio di governance a cui hanno contribuito attivamente vari attori del territorio».

Una prescrizione corretta di antibiotico è fondamentale per prevenire lo sviluppo di batteri resistenti, soprattutto negli ospedali e nelle RSA, dove i pazienti sono più fragili. In queste strutture è stato introdotto un prontuario terapeutico condiviso, per ottimizzare l’uso dei farmaci e aumentare l’aderenza alle linee guida. Inoltre, è anche prevista la motivazione obbligatoria per alcune prescrizioni antibiotiche, al fine di garantire che siano sempre supportate da reali necessità cliniche.

Il Progetto ARiS

Il Progetto ARiS, ideato da ATS Bergamo, «risponde alla problematica per cui le aziende del sistema sanitario faticano a trovare personale. Ciò accade per due motivi: la quantità di persone che entrano nel mercato del lavoro è maggiore rispetto alla domanda e perché le condizioni del sistema sanitario sono meno attrattive rispetto a quelle di altri ambiti».

Il nome ARiS, che sta per Attrattività Risorse per la Salute, comunica chiaramente l’obiettivo: migliorare l’attrattività dei ruoli professionali, rafforzare la rete sociosanitaria locale e facilitare l’accesso ai servizi. Si punta a rafforzare le Case di Comunità, integrando sempre più professionisti locali nei servizi di prossimità. Il servizio ha preso forma grazie alla firma di un vero patto per il territorio, sottoscritto insieme ai rappresentanti degli Ordini professionali sanitari locali (biologi, farmacisti, infermieri, fisioterapisti etc.). «Lavoriamo con gli operatori del sistema sanitario perché svolgono la loro professione a tutela dei cittadini e non sono parte in causa del mondo degli erogatori ma organi di controllo e promozione della propria attività» afferma Giupponi.

Sono quattro le linee di azione:

  • orientamento nelle scuole, con manifestazioni sul territorio rivolte ai giovani per rendere attrattive le professioni;
  • formazione con contenuti specifici e attività condivise;
  • supporto per l’alloggio, tramite una convenzione con ALER, l’Ente Pubblico che gestisce l’edilizia residenziale, attualmente in fase di definizione;
  • sostegno alla gestione delle risorse professionali nelle aziende, finalizzato al loro mantenimento.

Giupponi riferisce che «su questo punto bisogna puntualizzare che la visione del pubblico perdente su tutta la filiera contro il privato è fuorviante. Infatti, collaboriamo anche con operatori privati perché gli infermieri vanno via anche da loro».

Il Laboratorio Caregiver Bergamo

Quella del caregiver è una figura importante per il nostro sistema sanitario perché svolge attività che mantengono a domicilio una serie di fragilità che senza di essi andrebbero a riversarsi sulle strutture sanitarie, già oberate di lavoro. Si stima che solo sul territorio bergamasco ci siano oltre 100.000 caregiver. Senza l’adeguato supporto, tuttavia, i cittadini non ricevono un’adeguata assistenza e lo stress a cui sono sottoposti i caregiver diventa insostenibile. Per rispondere a queste problematiche è stato ideato Laboratorio Caregiver Bergamo, progetto nato a Bergamo nel 2023 ma poi allargato all’intera Regione grazie al suo successo e «a uno sforzo per facilitarne la trasferibilità» dichiara Giupponi.

Laboratorio Caregiver crea una rete integrata tra caregiver familiari, operatori sanitari, volontari e istituzioni per offrire supporto pratico, informativo e psicologico. Il programma promuove una trasformazione del welfare locale coinvolgendo i caregiver come parte integrante del sistema di cura. Nel territorio provinciale sono attivi 14 team “Équipe Caregiver”. Un infermiere di famiglia e un assistente sociale lavorano insieme affiancano le famiglie e le aiutano ad orientarsi nei servizi socio‑sanitari valorizzando il prendersi cura anche di sé stessi. Al Laboratorio collaborano oltre 80 enti. Fra questi figurano Regione Lombardia, ATS Bergamo, le ASST (Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest), il Collegio dei Sindaci, i 14 Ambiti Territoriali Sociali, fondazioni, associazioni e sindacati.

L’iniziativa, finanziata dalla Regione Lombardia per quasi un milione di euro, riguarda cinque linee di azione: creazione del portale web, formazione, counselling e sollievo, sperimentazione del budget di salute e iniziative per i giovani caregiver nelle scuole. Un esempio è la piattaforma online provinciale dedicata ai caregiver. Questa permette di accedere a guide in cinque lingue, video tutorial, FAQ, gruppi di auto‑mutuo aiuto, percorsi formativi e una mappa interattiva dei servizi disponibili nella provincia. Inoltre, attraverso una scheda di autopresentazione, gli utenti possono entrare in contatto con un operatore per un primo colloquio conoscitivo.

Impatto

«Il successo del progetto è testimoniato dal valore sociale generato. Il Social Return On Investment è di 1,84: significa che per ogni euro investito nel programma, sono stati generati 1,84 euro di valore complessivo. Si tratta di un risultato molto importante perché ci permette di replicare questi interventi, che soffrono di una nomea per cui i fondi a essi stanziati sono a fondo perduto. Invece, il sistema sanitario e la sua comunità hanno beneficiato eccome da questo programma». Una testimonianza è stato il premio conseguito dall’iniziativa agli European Social Services Awards, nella categoria Workforce Support.

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