Invecchiare in maniera sana

L'invecchiamento sano è fondamentale per ridurre i costi sanitari e di assistenza a lungo termine
L'invecchiamento sano è fondamentale per ridurre i costi sanitari e di assistenza a lungo termine

Invecchiare in maniera sana sta diventando un’utopia. Non si tratta solo di accumulare anni e vivere di più. Purtroppo, periodi aggiuntivi all’aspettativa di vita media, vengono vissuti in condizione di salute precaria. Lo dimostra la crescente domanda di assistenza sanitaria. Lo dimostra il report a cura dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Ripensare il modello!

La spesa in sanità raggiungerà l’8,6% del PIL entro il 2040, mentre quella relativa all’assistenza a lungo termine andrà a raddoppiare entro il 2050. Occorre un ripensamento del paradigma: da modello curativo assistenzialistico a sistema virtuoso preventivo. Un aumento del 10% nella spesa per la prevenzione si traduce in una riduzione dello 0,9% nella quota di persone con patologie croniche dopo cinque anni. Eppure, nei paesi OCSE, solo il 3% della spesa sanitaria viene destinato alla prevenzione. Il documento OCSE si pone l’obiettivo di trattare i benefici economici correlati alla promozione dell’invecchiamento.

Aspettativa di vita

Il dato da cui partire non è di buon auspicio: nel periodo 2012-2023 l’aspettativa di vita a 60 anni è cresciuta di appena 1 anno. Tuttavia, il divario tra anni vissuti e anni vissuti in salute si è allargato. Sei anni degli ultimi decenni di vita sono contraddistinti da cronicità, disabilità, dipendenza da altri e ricoveri ospedalieri. Il 40% delle persone di età compresa tra i 65 e 74 anni ha almeno due condizioni croniche. Invecchiare non deve essere sinonimo di patologia cronica.

Attività fisica

I benefici dell’attività fisica sono sotto gli occhi di tutti. Interventi mirati possono migliorare la salute e il benessere degli anziani. Esercizi giornalieri, anche a bassa intensità, riducono il rischio di cadute del 38%. Realizzare attività fisiche di gruppo combatte l’isolamento sociale e migliora le motivazioni e la voglia di fare esercizi. Nonostante ciò, solo un over 65 su quattro è in grado di programmare attività fisica in maniera regolare, propedeutica per la prevenzione delle malattie o suoi eventuali peggioramenti. In alcuni paesi, meno del 10% degli anziani ha soddisfatto le linee guida sull’attività fisica. Tra l’altro, uno degli ostacoli maggiori a tutto ciò, si annida nella scarsa alfabetizzazione. Le persone di età superiore ai 75 anni, hanno livelli di alfabetizzazione sanitaria inferiori rispetto a quelle di età compresa tra i 45 e 55 anni.

Assistenza domiciliare

I servizi di assistenza domiciliare sono insufficienti per garantire che l’anziano possa vivere in modo indipendente:

  • il 40% dei paesi ha limitazioni nelle ore di assistenza finanziate, portando a bisogni non soddisfatti;
  • solo il 30% dei paesi fornisce assistenza continua a lungo termine a domicilio;
  • l’uso limitato dei servizi di assistenza diurna per gli anziani è un problema in molti Stati.

Eppure, l’OCSE sottolinea come tali attività non siano solo preferite dagli anziani, ma persino economicamente più sostenibili. La mancata applicabilità di tale modello di presa in carico deriva dal fatto che solo il 20% degli over 65 ha apportato modifiche significative alla propria casa. Il 50% dei paesi fornisce sussidi pubblici per l’adattamento delle abitazioni. Esplorando l’appropriatezza degli istituti di cura, si evince che solo il 29% degli anziani qui ricoverati ha davvero bisogno di assistenza avanzata. Per il restante 71% utile sarebbe essere assistiti a casa, così da evitare infezioni, cadute accidentali e altri eventi in grado di compromettere la salute degli assistiti.

Supporto finanziario per i caregiver informali

Mettere in atto una rete territoriale efficiente ed efficace richiede una valorizzazione dei caregiver. Ad oggi in quasi la metà dei paesi OCSE, i caregiver informali, a fronte di un’attività di assistenza stimata in 22,5 ore al giorno, non ricevono compensi. Uno stato desideroso di prevenire e/o gestire le patologie croniche deve essere in grado di valorizzare tale figura. Tra l’altro non solo dal punto di vista economico, altresì con la fornitura di un supporto psicologico, unitamente ad una formazione strutturata, così da migliorare il loro stato di salute psico-fisica e generare benefici anche verso i familiari malati assistiti.

Invecchiare in ambienti comunitari

Essi alimentano la socialità degli anziani. Influenzano la capacità di rimanere attivi e coinvolti. La partecipazione sociale è collegata ad una riduzione delle malattie e della mortalità. Tuttavia, più del 30% degli anziani di 65 anni vive da solo, aumentando il rischio di isolamento sociale. Per promuovere l’indipendenza degli anziani, utile sarebbe costruire opzioni abitative comunitarie, a prezzi accessibili, così da favorire un contatto continuo. Spazi accessibili, come strade pedonali e aree verdi, centri diurni, co-housing, soluzioni innovative come le dementia villages o i villaggi intergenerazionali. Basti considerare che il 60% degli anziani desidera camminare per 60 minuti al giorno.

Invecchiare in maniera sana è quindi possibile?

Investire in politiche per invecchiare in maniera sana deve rappresentare una prerogativa umana, sociale ed economica. Il miglioramento della salute e dell’aspettativa di vita non solo contribuisce a mitigare i costi sanitari, ma può anche generare maggiori risparmi e favorire la crescita economica. Bisogna però partire da un presupposto: vivere più a lungo richiede azioni concrete ed investimenti mirati. Una longevità più sana ha bisogno di politiche volte a migliorare la salute delle persone lungo tutto il corso della vita.

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di Muzio Stornelli
4 Novembre, 2025

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