Phœnix 5.0, nuova cultura della sicurezza nelle RSA

Come può cambiare l'assistenza in RSA unendo umanizzazione e gestione del rischio. Da SIGeRIS nasce un modello che unisce tecnologia, benessere emotivo e una nuova cultura dell'errore e della relazione di cura.
Da SIGeRIS nasce un modello che unisce tecnologia, umanizzazione e gestione del rischio, trasformando le RSA in luoghi di benessere e non di semplice assistenza

Il convegno organizzato da B-Sanità il 3 ottobre a Bisceglie (BT) sul sistema Phœnix 5.0 di SIGeRIS ha messo al centro una sfida cruciale: portare la gestione del rischio e l’umanizzazione delle cure dentro le RSA. La partecipazione è stata ampia e il dibattito vivace, segno di un interesse reale verso modelli organizzativi che puntano alla qualità e alla sicurezza.

Il ruolo delle RSA nella rete sanitaria è stato ribadito con forza da Giovanni Cafagna, Presidente della RSA “Centro Anziani Silvestro e Aurelia Storelli”, che ha richiamato l’attenzione sul valore umano dell’accoglienza: «Quando si accoglie un anziano si accoglie anche il suo bagaglio d’esperienza, la sua personalità e la sua psiche. Il tempo all’interno di un RSA non è un parcheggio dell’anziano, ma una continuazione della sua vita con le difficoltà e le patologie che esso porta con sé».

I risultati di Phœnix

Francesco Sasso, Direttore del Personale e Responsabile Qualità della RSA “Centro Anziani Silvestro e Aurelia Storelli”, ha sottolineato l’importanza del cambio di mentalità che la piattaforma di gestione del rischio organizzativo Phœnix ha portato all’interno della sua RSA: «Non è diffusa la cultura della gestione del rischio, che invece è importante diffondere e riguarda tutti gli aspetti aziendali. Con SIGeRIS stiamo cercando di abbandonare la cultura della colpa per accogliere quella dell’errore. Nella seconda si impara prima a segnalarlo e poi a correggerlo cercando la causa e non il colpevole. In Phœnix cercavo questa svolta culturale e l’ho trovata».

«I risultati della sperimentazione di Phœnix – continua Cafagna – sono positivi. Li vediamo già nelle piccole cose: l’anziano si sente più a casa, ben accolto e sente di poter ancora dare qualcosa agli altri. Innanzitutto, ci permette di offrire un migliore servizio all’interno delle RSA, ma anche di comprendere meglio il disagio dei familiari e andare incontro alle loro esigenze. In questo modo il servizio sanitario è di qualità migliore e comporta un risparmio alle casse pubbliche».

Sicurezza, tecnologia e umanizzazione

Ruggiero Mennea, Consigliere Delegato al Welfare della Regione Puglia, ha dichiarato: «I modelli di sicurezza sono determinanti di fronte all’invecchiamento della popolazione italiana. Mettere in sicurezza la popolazione anziana nelle RSA significa prendere in carico la loro vita oltre che la loro cura. Di conseguenza, credo che attorno a questi modelli di sicurezza si svilupperà il futuro della sicurezza e sarà la differenza fra le varie offerte sanitarie».

La tecnologia si inserisce in questo quadro come strumento di supporto. Enrico Carsetti, membro del direttivo SIGeRIS e coautore del sistema, ha presentato il monitoraggio radar che fa parte del modello Phœnix. Per farlo ha spiegato che «il monitoraggio si basa su questi segnali radar che vengono installati nelle stanze degli ospiti e rilevano la loro posizione all’interno della stessa. Il sistema dà l’allarme nel momento in cui la persona si trova ferma sdraiata per terra per molto tempo. Al contempo, garantisce la loro privacy».

Carmen Angioletti, Healthcare Manager, ha esposto un messaggio chiaro che è al centro dell’orizzonte verso cui Phœnix si dirige: «Il benessere come fattore di sicurezza. Significa che per la qualità di vita dell’ospite è imprescindibile un framework di valutazione della qualità e della sicurezza delle cure. Vuol dire il legame tra benessere e sicurezza: «Vuol dire includere degli indicatori che vadano a misurare il livello di umanizzazione delle cure, specialmente in setting assistenziali come quello delle RSA».

Centralità della persona

Gli interventi hanno rimesso al centro la dignità e la relazione. Fabrizio Fasani, esperto di gestione del rischio, ha spiegato: «Questo sistema è l’apripista di un modello organizzativo allo stesso tempo nuovo e vecchio, perché la centralità dell’uomo all’interno della vita quotidiana è sempre esistita. Nonostante ciò, l’abbiamo persa e ora è vitale riportarla al centro delle azioni di ognuno di noi: invece di relegarlo ad attore o mezzo deve essere il fine della nostra azione e il modello di SIGeRIS ha al centro questa visione. Dobbiamo riportare nelle strutture ospedaliere e assistenziali l’umanità, cure mediche di qualità e la capacità di facilitare le visite affinché gli ospiti non si sentano dei numeri ma delle persone».

Infine, Stefano Maria Mezzopera, vicepresidente di SIGeRIS, ha richiamato l’essenza del modello Phœnix: «Senza sicurezza parlare di umanizzazione è parlare di aria fritta. L’umanizzazione non è qualcosa di lato, ma parte dal presupposto di fare l’interesse della relazione di cura. Se gli operatori non hanno a cuore questa relazione e quella che c’è tra loro è difficile parlare di umanizzazione. Un sistema che rende sicuri i percorsi quotidiani è un sistema sul quale si possono costruire tante attività. Ciò che caratterizza Phœnix è che il sistema non è consulenziale ma formativo per gli operatori delle RSA».

Il convegno ha mostrato che la strada è aperta: le RSA possono diventare laboratori di innovazione organizzativa, tecnologica ed etica, capaci di offrire risposte concrete alla sfida dell’invecchiamento in salute.

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di Arrigo Bellelli
8 Ottobre, 2025

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