Dove ci sono zecche ci sono malattie

In Italia aumenta l’areale e si allunga il periodo di attività di Ixodes ricinus complex. Le Zecche possono trasmettere fino 50 patologie agli esseri umani, tra le quali la malattia di Lyme e l’encefalite TBE che può essere mortale. Quali precauzioni e come trattare i morsi.
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«Le zecche portano le malattie presenti nel sangue degli animali sui quali si nutrono. Questo rende l’ I’Ixodes ricinus complex, la zecca presente in Europa e nell’emisfero boreale, particolarmente pericolosa» spiega il Dottor Paolo Fazii. «A differenza di altri tipi di zecche, come quella del cane, l’Ixodes ricinus complex è molto poco specializzato. Nutrendosi indifferentemente del sangue di uomini, topi, caprioli, e uccelli la zecca è un crocevia di malattie virali, batteriche e protozonotiche che può trasmettere da una specie all’altra».

Fazii, Direttore Medico dell’UOC di Microbiologia e Virologia Clinica a valenza regionale dell’Ospedale Civile dello Spirito Santo di Pescara, è stato il primo a studiare nel 1999 la diffusione della Malattia di Lyme nel centro-sud Italia quando si pensava fosse una patologia esclusivamente nordica. La sua ricerca dimostrò che diversi operatori forestali e addetti all’allevamento e alla pastorizia in Abruzzo avevano incontrato il patogeno.

La zecca: come vive e infetta l’uomo

L’Ixodes ricinus complex è un acaro che si nutre di sangue. Maschio e femmina si accoppiano nel secondo anno di vita, morendo entrambi, rispettivamente, dopo la copula e dopo la deposizione delle uova a terra. Dalle uova nascono le larve (3 paia di zampe) che si trasformano in ninfe (4 paia di zampe), dopodiché il ciclo vitale si interrompe per l’inverno durante la diapausa (una specie di letargo). Le zecche diventano nuovamente attive la primavera successiva, quando avviene la maturazione in adulto seguita dalla deposizione delle uova. 

Nutrirsi per cambiare

Ogni passaggio (ninfa, età adulta, ovulazione) è preceduto da un necessario pasto di sangue. Le zecche vivono principalmente nelle foreste e nelle radure prative, ma possono trovarsi anche in città. Si spostano da un animale all’altro e, in Italia, le zone più a rischio per le malattie portate dalle zecche sono la Provincia di Belluno, l’Alto Adige, l’arco alpino, e le province di Udine e Pordenone. In particolar modo, nell’area bellunese si sono registrati, negli ultimi dieci anni, circa 700 casi di Borreliosi e il 40% dei casi nazionali di encefalite da zecche (TBE) [fonte]. Tra il 2006 e il 2018 sono stati registrati circa 266 casi di TBE in Veneto. 

Un animale ‘stealth

Non si avverte la presenza della zecca né quando l’animale si muove sulla peluria del corpo né quando morde, perché inietta un anestetico che rende insensibile la pelle. «Per questo è importante controllarsi dopo le escursioni» spiega Fazii. «La zecca va tolta nel modo giusto e prima possibile riducendo significativamente il rischio di infezione».

Le principali malattie portate dalle zecche

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Paolo Fazii

Sono circa 50 i patogeni che le zecche possono trasmettere agli esseri umani. Fazii illustra che «la TBE è una malattia provocata da un virus a RNA che può essere ed è letale in un certo numero di casi». Un caso su 50, infatti, porta al decesso. «Altra importante patologie è la malattia di Lyme, trasmessa da un batterio, la spirocheta Borrelia burgdorferi complex, della quale tutti e tre i genotipi al mondo sono presenti in Europa. Nel primo stadio dopo il morso si può manifestare una forte reazione di arrossamento ad anello sulla pelle attorno al morso», ovvero l‘eritema cronico migrante.

«Nel secondo stadio il virus si diffonde nel sangue ed iniziano i sintomi multiorgano: artriti settiche, meningiti, manifestazioni oftalmiche, cardiache o dermatologiche. Il terzo stadio, passati circa due anni dall’infezione, non è più curabile. Sintomi ed effetti della malattia in questo livello si cronicizzano e non tutti sono conosciuti a fondo, ma si è registrata, in alcuni studi sul deterioramento cognitivo, un’incidenza da infezione pregressa da Borrelia burgdorferi complex maggiore nelle persone affette da degenerazione e problemi psichiatrici che nella popolazione generale.

Altre malattie vengono dalla zecca del piccione e da quella del cane mentre non si hanno, fortunatamente, casi in Italia di Febbre Emorragica della Crimea e del Congo, portata dalle zecche del genere Hyalomma che pure sono presenti nel nostro Paese. La mortalità della febbre emorragica Crimea-Congo può raggiungere il 18%, in zone dove non vi siano supporti terapeutici adeguati». 

Cura, prevenzione e trattamento del morso

La TBE non beneficia di farmaci specifici e può essere prevenuta con la vaccinazione, che è fortemente consigliata a chi frequenta aree endemiche. Per la malattia di Lyme, se diagnosticata correttamente e trattata nei primi due anni dell’infezione, la cura efficace è un lungo ciclo antibiotico. La zecca rimane sull’essere umano per 3/5 giorni. Il momento più pericoloso è quello del rilascio, quando un reflusso salivare dalle ghiandole dell’animale ha la maggiore probabilità di portare le malattie.

«Per questo è particolarmente importante il metodo con il quale ci si toglie le zecche. L’ipostoma dell’animale (una specie di rostro) si incastra saldamente nell’epidermide e l’unico modo corretto di togliere la zecca è farla ruotare come una vite, con l’aiuto di apposite pinzette, in modo tale che né l’ipostoma rimanga infisso nella pelle, né la zecca rilasci i patogeni concentrati nella saliva». C’è chi utilizza un cerino impiegandolo immediatamente dopo averlo spento, appoggiandolo con precauzione (onde evitare ustioni alla testa della zecca. «Ma anche queste è una metodica scorretta perché l’animale rilascia saliva contraendosi – spiega Fazii – e parimenti sconsigliato è l’uso della paraffina o qualsiasi altra tecnica diversa dall’uso delle apposite pinzette per zecche».

Perché le infezioni aumentano?

Le infezioni in Italia crescono per due motivi: aumento dell’areale e riduzione del periodo di pausa invernale. «Entrambi sono legati all’innalzamento delle temperature che fanno sì che le zecche riescano a vivere fino ed oltre i 1500m di altitudine e che si sveglino già in febbraio invece che a marzo o aprile».

Animali carrier e animali reservoir

Ci sono animali che vengono definiti carrier, come l’uomo, gli uccelli e i caprioli, e altri che vengono definiti reservoir. «Molto schematicamente possiamo dire che gli animali carrier trasportano la zecca e gli animali reservoir trasportano il patogeno. Nella malattia di Lyme, per esempio, la spirocheta si trova nel sangue degli esseri umani solo una volta, durante il passaggio dal primo al secondo stadio. Ma nel sangue del topo di campagna appare periodicamente, facendo di questo animale il reservoir dal quale le zecche si infettano ciclicamente».

Il disboscamento negli Stati Uniti ha comportato la diminuzione delle volpi, che non potevano sopravvivere in un habitat con piccoli boschetti sparsi tra vaste aree di campi, e l’aumento conseguente dei topi. Questi sono, a loro volta, particolarmente vulnerabili alle zecche, da qui l’incremento dei contagi umani.

«In Italia- dice Fazii – l’animale carrier da tenere d’occhio è il capriolo: maggiore è la loro presenza, maggiore è la presenza di zecche e il rischio di infezioni».

Ecosistema e epidemiologia. Una connessione One Health 

«Queste correlazioni dimostrano, una volta di più, l’interconnessione tra salute umana, salute animale ed ambiente. Al cambiare dell’ecosistema – per intervento umano, migrazioni animali, innalzamento delle temperature – cambia il quadro epidemiologico che dobbiamo fronteggiare». 

Una curiosità per chiudere

Le femmine gravide di Borrelia burgdorferi complex talora possono trasmettere l’infezione per via transovarica. La zecca può, cioè, trasmettere la spirocheta responsabile della malattia di Lyme direttamente alle uova. Perciò, le zecche della generazione successiva saranno portatori del batterio sin dal momento della loro schiusa.

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